Cosa ho letto: Cambiare l'acqua ai fiori di Valerie Perrin

 

Trama: 
Violette Toussaint è guardiana di un cimitero di una cittadina della Borgogna. Ricorda un po’ Renée, la protagonista dell’Eleganza del riccio, perché come lei nasconde dietro un’apparenza sciatta una grande personalità e una storia piena di misteri. Durante le visite ai loro cari, tante persone vengono a trovare nella sua casetta questa bella donna, solare, dal cuore grande, che ha sempre una parola gentile per tutti, è sempre pronta a offrire un caffè caldo o un cordiale.
Un giorno un poliziotto arrivato da Marsiglia si presenta con una strana richiesta: sua madre, recentemente scomparsa, ha espresso la volontà di essere sepolta in quel lontano paesino nella tomba di uno sconosciuto signore del posto. Da quel momento le cose prendono una piega inattesa, emergono legami fino allora taciuti tra vivi e morti e certe anime che parevano nere si rivelano luminose.

Lo ammetto, in genere sto lontana da quelli che io chiamo 'gli strilloni letterari'. Su 'Cambiare l'acqua ai fiori' è stato detto di tutto, pubblicizzato e spammato ovunque. Questo scaturisce in me un campanello d'allarme; so cosa c'è dietro a un tam tam del genere.
Però.
Però scorrendo la mia bacheca mi è apparso un post della mia amica Giorgia; parlava del libro, di questo BEL libro. Allora mi sono detta 'ok, lo prendo'. Non mi sono pentita, è davvero un bel libro, ma non è un libro per tutti. Per apprezzare la storia di Violette serve molta empatia, serve lentezza, serve delicatezza, serve sensibilità. Serve, in pratica, il momento giusto. È un libro da gustare piano, lasciandosi accarezzare dai pensieri dei protagonisti. E dalla morte. Perché di questo parla il libro. Lo fa a modo suo, a mio avviso con forte sensibilità, prendendoci per mano, ma può urtare comunque, può 'far frizzare' ferite non ancora rimarginate. Strizza l'occhio alla tristezza, ma al tempo stesso va a braccetto con la rinascita. È un libro strano, per certi versi 'potente', mi è piaciuto molto.
Da lettrice assegno 4 stelle su 5 perché, nonostante sia un bel libro degno di essere letto, secondo me non giustifica gli strilloni come caso letterario. Come autrice, invece, se potessi gliene assegnerei 10 perché tenere le redini di una trama del genere, fitta di personaggi, vicende e intrecci come quelli narrati, non è per niente facile. In pratica: ve lo consiglio, leggetelo. Prendetevi del tempo e cercate di entrare nella vita di Violette in punta di piedi.
In fondo è quello che ha fatto Valérie Perrin parlandoci della morte.

 


Commenti

  1. Letto anche io, non ne potevo più di sentirne parlare, male perlopiù. Non mi sono pentita, ho amato Violette e la sua piccola bambina. Io 5 stelle gluele do. M.

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  2. L'ho letto. Bello, molto bello, da rileggere

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