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Consigli per scrivere meglio? Scrivere!

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Lo so, lo so, risposta troppo semplice la mia. Diciamo che in questa battuta un po' di verità c'è. Ci sarebbero da aprire tantissime parentesi, vediamone alcune: - se vuoi scrivere bene/meglio devi leggere. E tanto. Più leggi (e ti consiglio generi diversi), meglio è. Acquisirai tecniche, ti approccerai a nuovi stili, ti farai una cultura non solo come lettore, ma anche come scrittore. - partecipa a qualche corso di scrittura creativa tenuto da qualcuno di autorevole. Grazie ai social se ne trovano tanti, anche on line. - consulta e leggi manuali. Ma quelli seri, non 'Come scrivere un romanzo in tre giorni', quelle sono buffonate e stanne alla larga. Ci sono pubblicazioni molto valide e un bravo librario ti saprà certamente consigliare. - infine il banalissimo SCRIVI. La scrittura è sì attitudine, ma va allenata. Più scrivi e più scrivi meglio. Dedicale almeno un'ora al giorno, poco importa se sono pagine di un diario, lettere immaginarie o post sui social. Cimentat

Posso fare a meno dell'editor?

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  NO. Ma io a italiano avevo 10. NO . Ma me lo corregge mio cuggino, è un tipo che legge molto. NO . Ma l'ha letto mia mamma (cugina, sorella, mi nonna) e ha detto che è bello. NO . Mi sono avvalso di un'App, di un sistema, di un sito, e... NO . L'editing non è la correzione di bozze. L'ho riletto 8 volte e torna tutto. NO . E comunque 8 volte sono poche. Rileggilo e procurati un editor. Si capisce che è un NO chiaro e tondo? Fidatevi, per quanto a voi il vostro testo sembri PERFETTO, in realtà non lo è. Alla prima stesura è IMPOSSIBILE. Non solo: se siete alle prime armi c'è da metterci le mani in modo massiccio. Ai nostri occhi, il nostro libro, è come un figlio: si vedranno solo i pregi. A elencarci i difetti saranno quelli che non sono coinvolti emotivamente tipo la maestra, il capo scout, il prete della parrocchia, il suo allenatore di calcio e via dicendo. Vi diranno che sì, il bambino è tanto caruccio, ma dovrebbe smussare un po' quel piglio ribelle, esse

Ho finito il mio romanzo. E adesso?

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 Una delle ultime richieste che mi sono state fatte per questa rubrica è proprio questa: ma ora che ho finito il romanzo, come mi muovo? Allora, facciamola facile: partiamo proprio dall'inizio. Voi avete scritto un romanzo (lungo o corto che sia non ha importanza) e questo giace nel famoso cassetto. Buona norma sarebbe di lasciarlo decantare un pochino e rileggerlo con occhi e mente fresca dopo un po'. Questo vi aiuta a 'scorgere' da soli eventuali incongruenze. Qui si aprono due strade: provare a mandarlo a una casa editrice o pubblicare come autori indipendenti. Pubblicare con CE.  Presentare un manoscritto a una casa editrice è un passo molto importante e richiede che sia fatto con molte accortezze. Prima cosa da fare: presentarlo al meglio. Quindi un testo impaginato bene, con un font chiaro e leggibile, possibilmente senza errori, con una sinossi degna di questo nome (n.b. la sinossi non è la trama, non è la quarta di copertina. La sinossi è un'esposizione dett

La scaletta serve davvero?

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  Dipende.  Se provaste a fare questa domanda in un gruppo frequentato da scrittori, le risposte potrebbero essere tante e tutte diverse. A: C'è chi preferisce pianificare punto per punto. B: C'è chi scrive a braccio e riguarda tutto alla fine. C: C'è chi la butta giù per poi stravolgerla. D: C'é chi si segna solo i punti salienti. E: C'è chi non la usa per niente. Ognuno ha il suo metodo e su questo non c'è una regola. L'unica cosa che mi viene da sottolineare è: il contesto cambia a seconda del genere che scriviamo. Esempio: gli scrittori di gialli e thriller possono non avvalersi della scaletta? Ne dubito (ma questo rimane un dubbio mio) perché questo genere comporta una serie di incastri talmente perfetti da essere studiati a tavolino. Discorso diverso per un romance o una commedia dove ci possiamo permettere 'divagazioni' fuori scaletta senza che il tutto venga rimesso in discussione. Un'altra cosa da non sottovalutare è la lunghezza: più la

Scrivere la propria storia non è mai una buona idea

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 "La mia vita è un romanzo!" "Me ne sono capitate talmente tante che ci potrei scrivere un romanzo!" Alzi la mano chi ha sentito almeno una volta queste frasi. Lo so, siamo tanti e sto per darvi una notizia poco gradevole: per quanto la nostra vita a noi sembri interessantissima, agli occhi degli altri è una come tante. E non è nemmeno degna di essere raccontata per filo e per segno. Ma come, direte, nei post precedenti hai detto che dobbiamo scrivere principalmente di ciò che conosciamo e la nostra vita la conosciamo bene! E qui casca l'asino, la penna e pure il calamaio. Raccogliere o attingere informazioni da ciò che conosciamo non vuol dire 'scrivere un romanzo'. Un romanzo ha bisogno di una storia e di una trama che regga. Se voi provaste a raccontare la vostra vita senza seguire uno schema narrativo, ma semplicemente narrando la cronologia dei fatti, il povero lettore si addormenterebbe alla terza pagina. Sì, anche se noi ci stiamo emozionando. Que

Dove ambiento la mia storia?

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 Questa domanda va a braccetto con il post precedente e la risposta (con varie ed eventuali) è la stessa: in luoghi che conosci. O quantomeno che hai visitato. C'è da dire che se tutti gli autori dovessero scrivere solo di luoghi visitati personalmente, non esisterebbero molti romanzi; tuttavia il mio consiglio spassionato è (di nuovo) documentatevi per bene . (Mi riferisco ai generi romance, thriller, chick-lit etc...) Purtroppo, a volte, si trovano degli strafalcioni evitabili se solo l'autore si fosse documentato per bene e non si fosse impuntato a far svolgere la sua storia nel Texas (paese a caso che non conosce). Ma perché andiamo a cercare luoghi esotici? (in gergo letterario per luogo esotico si intende accattivante). La risposta in genere è una sola: perché siamo figli della nostra storia, del nostro passato pieno di tv. La storia di una fioraia di New York risulta da subito già più interessante di una fioraia di Parma (città a caso). Quindi perché privarsi di poter f

Scrivi solo di ciò che conosci o...

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 Il titolo di questo post sintetizza uno dei consigli più spassionati che possono darvi gli addetti ai lavori. In verità c'è un'estensione: Scrivi solo di ciò che conosci... e se non conosci documentati bene! Quando si scrive un romanzo o anche un racconto, conoscere bene l'argomento di cui si parla non solo fa immergere il lettore, ma indubbiamente ci evita di incappare in errori grossolani che possono trasformarsi in riscontri poco piacevoli. Questo perché troverete sempre qualcuno che quel mestiere o quella situazione la conosce perché è il suo mondo e leggere castronerie al riguardo è molto fastidioso. Il lettore è non solo molto esigente, ma fa fatica a immedesimarsi se si rende conto di essere in qualche modo raggirato o illuso. Questo in parole povere vuol dire che se volete ambientare un racconto o un romanzo nello spazio, in cui la protagonista ripercorre le gesta di Samantha Cristoforetti, a meno che di non essere a vostra volta un'astronauta, difficilmente po