Concorsi letterari: croce e delizia

 



Ricevere un premio per ciò che abbiamo scritto è di fatto molto gratificante. Infatti il primo consiglio che do quando mi chiedono A chi potrei far leggere le mie cose? è: "Prova a partecipare a un concorso letterario."
Vediamo perché.
Se il primo passo da fare è uscire dalla comfort zone e dal guscio dell'anonimato, il secondo è senz'altro quello di mettersi alla prova. Avere un profilo personale sui social, magari in modalità privata (in cui i nostri contatti sono tutti amici/colleghi/parenti), non basta per testare se i nostri scritti hanno del potenziale. Tendenzialmente tutti commenterebbero con lodi e complimenti anche in presenza di lacune, appunto perché coinvolti affettivamente.
Partecipare a un concorso letterario, non solo vi mette di fronte a uno scontro alla pari (persone che hanno la passione della scrittura come voi), ma sarete 'giudicati' da scrittori, giornalisti, editori, insomma gente del mestiere che sa riconoscere quando c'è stoffa e quando no.
Inoltre, si impara a stare dentro un certo range di battute o di pagine; si impara cosa vuol dire 'cartella', a non uscire fuori dal seminato se il tema è specifico, a cercare un titolo accattivante, a impaginare come si deve, a fare le primissime cose per bene. Vi verranno dati degli step da rispettare e dovranno essere eseguiti alla lettera, pena l'esclusione dal concorso.
In Italia non tutti i concorsi sono uguali, se fate una ricerca veloce su Google lo vedrete anche da soli. Ci sono premi molto prestigiosi in cui la posta è alta, sia in fatto di premi, di giuria e di riscontro. Alcuni premi fanno proprio curriculum.
Altri, invece, sono organizzati da piccole realtà o piccoli editori in cui, spesso, il primo premio è proprio un contratto editoriale. Questo, detto così, è molto appetibile, ma spesso in questa pratica si nasconde una magagna che potremmo riassumere in 'contributo da parte dell'autore'. Detto in maniera molto cruda: dovete pagare. L'EAP (Editoria A Pagamento) la affronteremo più avanti perché è un tema ricorrente.
Ci sono poi alcuni concorsi in cui i primi dieci selezionati verranno invitati a far parte di un'Antologia della casa editrice che ha indetto il concorso.
Spesso all'autore selezionato gli vengono riconosciute 1 o 2 copie omaggio, ma il gioco forza di questa pratica è che, un autore felicissimo di essere stato selezionato da una casa editrice per comparire in un LIBRO vero, sarà tentato di far avere la suddetta copia ai genitori, ai nonni, alla cugina, alla migliore amica, ai colleghi, quindi di fatto acquisterà di suo pugno le copie che vuole regalare. E più il partecipante è sconosciuto e agli inizi, più questo metodo 'fa presa'. È sbagliato? No, ma basta saperlo.
Dopo queste premesse continuo a consigliare di partecipare ai concorsi letterari, ma a una condizione: non sceglieteli a caso. Il web in questo ci viene in aiuto. Cercate concorsi seri, informatevi, leggete per bene il regolamento, vedete se il contributo per partecipare (in genere si aggira intorno ai 10/20 euro per un racconto) vale la pena, in cosa consiste il premio, se dopo è previsto tutto quello che vi ho detto. Una volta preso atto delle dinamiche sarà difficile avere 'sgradevoli sorprese'. 

La mia esperienza: ho partecipato a diversi concorsi, nazionali e internazionali. Alcuni meritevoli, alcuni proprio da dimenticare, ma rifarei tutto perché SERVE tutto. Vi aiuta, in ogni caso, a farvi le ossa, a capire cosa è giusto o sbagliato per voi, a capire cosa volete. Se vi selezionano o arrivate tra i primi dieci, la gioia sarà immensa, ma ricordatevi che aver vinto un concorso letterario non fa di voi uno scrittore. La strada per diventarlo è lunga e piena di insidie, tuttavia avrete fatto la prima mossa.
Se invece, pur partecipando o avendo partecipato a dei concorsi letterari, siete sempre stati scartati, non abbattetevi, a volte (e qui lo dico piano) vengono messe davanti altre cose. No, non sono brutti e cattivi. Siete solo nel posto sbagliato al  momento sbagliato. E quando con lo stesso racconto venite ignorati da tutti i concorsi, forse allora è il caso di mettersi lì e vedere cosa è che non va. Siamo fuori tema? Forse è scritto un po' maluccio? Ci sono ripetizioni? Errori grammaticali? Quindi si ricomincia. Il primo passo lo abbiamo fatto: siamo usciti allo scoperto e ci siamo fatti leggere da chi se ne intende; ora non resta che mettersi d'impegno per migliorare.

In ogni caso, in bocca al lupo.






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