Scrivere la propria storia non è mai una buona idea


 "La mia vita è un romanzo!"

"Me ne sono capitate talmente tante che ci potrei scrivere un romanzo!"

Alzi la mano chi ha sentito almeno una volta queste frasi. Lo so, siamo tanti e sto per darvi una notizia poco gradevole: per quanto la nostra vita a noi sembri interessantissima, agli occhi degli altri è una come tante. E non è nemmeno degna di essere raccontata per filo e per segno. Ma come, direte, nei post precedenti hai detto che dobbiamo scrivere principalmente di ciò che conosciamo e la nostra vita la conosciamo bene!

E qui casca l'asino, la penna e pure il calamaio.

Raccogliere o attingere informazioni da ciò che conosciamo non vuol dire 'scrivere un romanzo'. Un romanzo ha bisogno di una storia e di una trama che regga. Se voi provaste a raccontare la vostra vita senza seguire uno schema narrativo, ma semplicemente narrando la cronologia dei fatti, il povero lettore si addormenterebbe alla terza pagina. Sì, anche se noi ci stiamo emozionando. Questo accade perché siamo coinvolti, ci siamo dentro perché l'abbiamo vissuto, perché quella mamma (ad esempio) è davvero la nostra mamma. Ciò non toglie che potete partire da un fatto personale e costruirci una trama. Un lutto, una promozione, la nascita di un figlio, un riscatto e via dicendo, ma dovete 'staccarvi' dal personaggio, farlo muovere da solo e fargli vivere una 'sua' personalissima vicenda. Un romanzo non è la pagina di un diario, il lettore non è interessato a voi, ma a ciò che raccontate. Detto ciò ci sono fior fiori di autobiografie interessantissime e romanzi centrati sulla vita dell'autore, ma se siete su queste pagine difficilmente avrete gli strumenti necessari per arrivare SUBITO a quel livello.

Tutta questa premessa entra in gioco se decidete di PUBBLICARE e presentare il vostro manoscritto a un editore. Vi metteranno davanti a questa realtà perché se non siete un autore famoso e/o non avete scalato una montagna a mani nude, difficilmente saranno interessati alla vostra vita. Allora che si fa? mi domanderete voi.

SCRIVETE, rispondo io. Scrivetela la vostra storia, mettetela nero su bianco, buttate fuori le emozioni, fatelo se vi fa stare bene. Scrivetela per voi, per i vostri figli, per i nipoti, per lasciare qualcosa alla vostra famiglia, per rileggerla davanti al camino nelle sere d'inverno. Insomma scrivete senza pensare alle conseguenze. Se invece il vostro obiettivo è pubblicare, bisogna che mettiate in conto questi scogli da superare. 

La mia esperienza: inutile negarlo, in tutti i miei romanzi c'è un po' di me, a volte un po' tanto. Alle mie eroine posso far dire delle cose a cui tengo, farle messaggere di pensieri personali, ma non è di certo la mia storia. L'idea, il fulcro del romanzo, il guizzo, la spinta sì, può nascere da un vissuto, ma intorno c'è sempre una storia a sé. Un esercizio molto interessante da fare è mettere nero su bianco i punti cruciali della vostra vita (perché indubbiamente non tutto quello che vi è capitato è 'così' appetibile) e non solo vi accorgerete che la lista è comune a milioni di persone, ma che spesso non è collegata ad altri fatti.

Domandatevi sempre: "Perché devono leggere la mia storia? Cos'ha di diverso dalla loro?" Se la risposta è semplicemente "Perché è la mia", ahimè, mi spiace dirvelo, ma non è la risposta esatta. Il lettore vuole riconoscere degli elementi e immedesimarsi certo, ma vuole sognare, emozionarsi, sorprendersi... non leggere la propria storia riflessa.

E poi, cosa c'è di più bello che usare un po' di fantasia? ;-) 


#consigli

Commenti

  1. E' VERAMENTE DIFFICCILE ESPORSI, MA PIU' DI TUTTO RACCONTARSI. MA SE INVECE TI DICESSERO IL CONTRARIO? CIOE', " DOVRESTI SCRIVERE PRORIO UN ROMANZO DELLA TUA VITA." SAREBBE UN PO' PIU' SEMPLICE? CHIEDO PER UN'AMICA......

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