Cosa ho letto: Diversity Hotel di Luca Zanforlin

 



Trama:

Luca galleggia in una vita vuota dove tutto sembra sfiorarlo senza mai attraversarlo veramente. Ha da sempre un rapporto conflittuale con la famiglia, soprattutto con il padre, un ricco imprenditore che lui disprezza con tutto se stesso ma dal quale, comunque, continua a farsi mantenere. Un giorno l'avvocato di famiglia lo contatta per proporgli, o forse sarebbe meglio dire "imporgli", un lavoro: dovrà gestire per conto della famiglia un vecchio albergo vista tangenziale alla periferia di Milano. L'edificio è stato convertito in un condhotel, una struttura di mini appartamenti per affitti a medio termine. Per Luca è un'occasione imperdibile: finalmente potrà prendersi una rivincita sul padre, dal quale, a parte i soldi, non ha ricevuto mai altro se non critiche e biasimo. Con l'unico intento di squalificare la struttura e portare al fallimento l'impresa dell'uomo, Luca seleziona quello che dal suo punto di vista è un gruppo di disadattati ed emarginati: una trans ossessionata dalla chirurgia estetica, un'anziana ricca signora con gatto al seguito, un ragazzo di colore taciturno, un'obesa bullizzata dai social e dalla tv e un gay nerd. Quello che Luca ancora non sa, però, è che, grazie alla convivenza con tutti loro, imparerà lui per primo a confrontarsi con la propria diversità, che non ha nulla a che vedere con il colore della pelle o con l'orientamento sessuale, ma solo con il suo personalissimo modo di "ascoltare" la vita. Per poi arrivare a capire, alla fine di questo bizzarro e umanissimo viaggio, che la diversità non esiste, perché siamo tutti ugualmente diversi nella nostra personale battaglia silenziosa che si chiama vita.

Incuriosita dalla trama ho letto questo libro conoscendo poco Zanforlin come scrittore (è un autore tv).
Diversity Hotel è un romanzo dinamico, pieno di dialoghi, con capitoli titolati che spesso vengono usati per introdurre i tanti personaggi. In genere questo fa sì che, in un romanzo, si abbia difficoltà a ricordarli tutti, ma la bravura di Zanforlin (oltre che a caratterizzarli molto bene) sta nel fatto di inserirli piano piano in modo da assimilarli. Ho trovato invece fumosa l'evoluzione del protagonista; avrei preferito un evento scatenante capace di renderla più chiara.
Comunque Diversity Hotel è, nella sua 'semplice' esposizione, uno spaccato di attualità che ci riguarda tutti.

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