Scrivi solo di ciò che conosci o...


 Il titolo di questo post sintetizza uno dei consigli più spassionati che possono darvi gli addetti ai lavori. In verità c'è un'estensione: Scrivi solo di ciò che conosci... e se non conosci documentati bene!

Quando si scrive un romanzo o anche un racconto, conoscere bene l'argomento di cui si parla non solo fa immergere il lettore, ma indubbiamente ci evita di incappare in errori grossolani che possono trasformarsi in riscontri poco piacevoli. Questo perché troverete sempre qualcuno che quel mestiere o quella situazione la conosce perché è il suo mondo e leggere castronerie al riguardo è molto fastidioso. Il lettore è non solo molto esigente, ma fa fatica a immedesimarsi se si rende conto di essere in qualche modo raggirato o illuso.

Questo in parole povere vuol dire che se volete ambientare un racconto o un romanzo nello spazio, in cui la protagonista ripercorre le gesta di Samantha Cristoforetti, a meno che di non essere a vostra volta un'astronauta, difficilmente potete essere credibili. Conoscere, non dico alla perfezione, ma almeno a grandi linee l'argomento di cui trattiamo è fondamentale per la buona riuscita del vostro progetto.

Se il vostro protagonista è un medico chirurgo e la vostra storia si svolge in ospedale, non basta essere stati operati di cistifellea per raccontare come si opera in tale ambiente, ma bisogna come minimo conoscere qualche nozione. Più la vostra storia entra nello specifico, più avrete bisogno di padroneggiare il mezzo. Potete raccontare la storia d'amore tra un'infermiera e un medico dove l'ospedale fa solo da sfondo, certo, ma non potete descrivere minuziosamente gli strumenti usati, le procedure, gli step di un'operazione a cuore aperto solo basandovi su quello che vedete in tv o avete letto nei libri altrui. Qui entra in gioco la tecnica dello Show, don't tell (mostra, non raccontare) che affronteremo più avanti, che è appunto la capacità di 'mostrare' al lettore la scena, non raccontarla. Per fare ciò è indubbio che se la scena l'avete vissuta in prima persona o fa parte del vostro bagaglio, sarà più facile per voi portare il lettore 'dentro' la scena. In caso contrario tutto risulterà un pochino superficiale e piatto.

Qual è allora l'alternativa per non scrivere sempre le solite cose? Documentarsi. 

Qualora voleste far svolgere i vostri fatti in un ambiente che non fa parte della vostra vita, bisogna documentarsi bene. A volte la ricerca e la documentazione richiede mesi, spesso anni (parola di chi scrive romanzi storici) e niente viene lasciato al caso. Quindi, soprattutto se siete all'inizio, la cosa più corretta è affidarsi alle vostre conoscenze. 

La mia esperienza: io per quanto riguarda questo aspetto sono molto fobica e/o perfezionista. Scrivo solo di ciò che conosco, ma non mi limito a quello, mi appoggio a figure professionali in grado di scovare eventuali errori grossolani. Entra in scena una psicoterapeuta? Mi consulto con una psicoterapeuta per mostrare al meglio il suo intervento. Un protagonista secondario è un pescatore e lo voglio descrivere all'azione? Io non pesco, quindi non mi rimane che far leggere quel capitolo a un pescatore vero per avere conferma della veridicità di quello che ho scritto/inventato basandomi sui ricordi che ho di mio zio, coadiuvata dai film trasmessi in tv. Per quanto mi riguarda, una volta finita la stesura, consegno il manoscritto a delle persone 'del mestiere' per scovare incongruenze (nei ringraziamenti del miei libri trovate sempre le mie parole di gratitudine verso queste figure). Ritengo che tutto ciò sia doveroso nei confronti del lettore che non deve sentirsi preso in giro e inoltre la storia risulta più credibile e immersiva. Lo so che sembra esagerato, ma vi assicuro che quasi tutti lavorano così. 

E la parte della ricerca e della documentazione è una delle cose più divertenti, parola di Simona.


#Consigli 


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