Posso fare a meno dell'editor?


 NO.

Ma io a italiano avevo 10. NO.

Ma me lo corregge mio cuggino, è un tipo che legge molto. NO.

Ma l'ha letto mia mamma (cugina, sorella, mi nonna) e ha detto che è bello. NO.

Mi sono avvalso di un'App, di un sistema, di un sito, e... NO. L'editing non è la correzione di bozze.

L'ho riletto 8 volte e torna tutto. NO. E comunque 8 volte sono poche. Rileggilo e procurati un editor.

Si capisce che è un NO chiaro e tondo? Fidatevi, per quanto a voi il vostro testo sembri PERFETTO, in realtà non lo è. Alla prima stesura è IMPOSSIBILE. Non solo: se siete alle prime armi c'è da metterci le mani in modo massiccio. Ai nostri occhi, il nostro libro, è come un figlio: si vedranno solo i pregi. A elencarci i difetti saranno quelli che non sono coinvolti emotivamente tipo la maestra, il capo scout, il prete della parrocchia, il suo allenatore di calcio e via dicendo. Vi diranno che sì, il bambino è tanto caruccio, ma dovrebbe smussare un po' quel piglio ribelle, essere meno introverso/permaloso/chiassoso, studiare un po' di più etc etc.

Un editor sul vostro testo farà uguale. E quando ve lo riconsegnerà pieno di note a margine e feroci segni rossi vi sentirete morire e l'istinto sarà quello di gettarlo dalla finestra e darvi all'ippica. Tranquilli, è un processo dal quale passiamo tutti, anche i più navigati hanno attraversato momenti di scoramento. Il rapporto con l'editor deve essere basato sulla stima e la fiducia. Lui non è lì per dirvi che il vostro romanzo è bellissimo (a dire il vero può anche non piacergli per niente), non è quello il suo compito, il suo lavoro. Lui è lì per far sì che il vostro romanzo diventi un bel romanzo. E questo può accadere solo se ci affidiamo a occhi esterni e professionali in grado di individuare i punti deboli su cui mettere le mani e i punti forti da far emergere. Una dote necessaria per far sì di lavorare bene con un editor è l'umiltà. A nessuno fa piacere, soprattutto dopo tanto lavoro, sentirsi dire 'Va riscritto', 'Questo pezzo non va bene', 'Devi ampliare/togliere un capitolo'. Lavorare con un editor è un lavoro duro, sfiancante, spesso anche frustrante, ma se riusciamo a comprendere che tutto ciò è finalizzato a rendere il vostro testo più bello, vi assicuro che imparerete a tagliare, riscrivere e a non affezionarvi troppo alle vostre parole. 

L'editor, dalla sua, deve avere la capacità di 'sentire' l'autore, non snaturarlo, non prevaricarlo e scegliere le parole giuste per un confronto rispettoso. L'editor in gamba fa 'lavorare' l'autore stesso sul proprio testo suggerendo, suggestionando e guidando affinché lo scrittore faccia da sé. L'editor non scriverà al vostro posto, non vi dirà le parole che dovete scrivere, non ve lo consegnerà dicendo 'fa schifo'. Può rifiutare un incarico, quello sì, ma dal momento che decide di lavorare sul vostro testo si innescherà una danza a due fatta di complicità e duro lavoro. Qualsiasi decisione, scelta stilistica e via dicendo viene discussa, messa sul tavolo ed esposta per riuscire a trovare un accordo. 

La mia esperienza:

Io ho avuto modo di lavorare con alcuni editor. Con alcuni mi sono trovata benissimo, con altri meno. Ho mollato quelli con cui non mi trovavo, appunto perché l'editing è una fase molto delicata e faticosa del processo di un romanzo e ritengo che vada fatta con chi sentiamo un certo feeling, altrimenti qualsiasi contestazione, anche la più banale da entrambe le parti, diventa una guerra estenuante. Così come l'editor può rifiutare un incarico se non sente di poter seguire un autore come meglio crede. Ripeto: è un rapporto delicato che si basa sul rispetto, sulla stima, sul riconoscere la professionalità e le esigenze di chi abbiamo davanti. Se vengono a mancare queste basi, si va poco lontano. Io ho avuto la fortuna di incontrare la mia attuale editor nel 2016, la quale ha lavorato sui miei ultimi tre romanzi. Sara ha l'occhio critico e spietato di un cecchino, non mi risparmia niente, ma allo stesso tempo (appunto perché mi ha seguito in tutti questi anni) riesce a non imporsi brutalmente scegliendo l'atteggiamento giusto per farmi lavorare in tranquillità. 

Ricapitolando: no, non se ne può fare a meno. E quando pensate 'ma sì, forse non è così necessario', pensate che pure Stephen King ha un editor, figuriamoci se non ne abbiamo bisogno noi. Non solo: a volte un editor di professione pubblica un romanzo e a sua volta ha bisogno di un editor. Quindi la risposta alla domanda del titolo è un secco e sonoro NO, soprattutto se volete pubblicare in Self. In questo caso un editor professionista ha un costo che dovrete sostenere personalmente, se invece pubblicate con CE (serie) fa parte del pacchetto. Tuttavia tutto quello che ho esposto rimane. Forza e coraggio, ragazzi!



Commenti

  1. Mi è capitato di fare da editor per tre libri di un amico e devo dire che hai ragione in tutto.....ancora di più se un editor vuole scrivere....il mio romanzo è chiuso nel PC da oltre 10 anni e ogni volta che lo riprendo lo riscrivo daccapo, e mi sembra sempre scritto malissimo

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